Bisognava fare presto, non gli restavano che poche ore di vita, bisognava sbrigarsi! Perchè? Perchè doveva capitare proprio ad una famiglia così tremendamente normale? Non se lo riuscivano a spiegare ed ora eccoli lì, dinanzi al Tempio del Mare Azzurro che si stagliava imponente, ritto di fronte a loro. Varcarono la soglia ed un intenso profumo di salsedine l'investì, sebbene non vi fosse alcuna sorgente d'acqua. In fondo alla sala si ergeva, imponente e benevola, la statua del Dio Azul, dio del Mare e dei Flutti. L'uomo si inginocchiò alzando la neonata, elevandola fino alla statua. «Potente Dio del Mare, ti prego, salva mia figlia, consacrala alla tua volontà!» Furono queste le parole che siglarono il patto fra uomo e divinità. I capelli castani divennero di un azzurro abbacinante, gli occhi di un blu che ricordava il mare ed il vestito come una profeta del dio. Infine il marchio sul braccio destro che la vincolasse per sempre. Il suo sangue divenne rosato come quello divino e la pelle diafana, bellissima e fredda come il ghiaccio. Il suo nome divenne Azal per somigliare a quello della divinità. La stessa sorte toccò al fratello, Aster, che venne consacrato al Dio della Guerra, assumendone alcuni tratti e l'immane bellezza. Parevano davvero angeli scesi in terra e talvolta la famiglia se ne compiaceva, da disgrazia era passata ad ammirazione. Molti li ammiravano estasiati e li osservavano come un
qualcosa di strano, meraviglioso, ma forse anche mostruoso.
Fin da piccolissima Azal si recava al Tempio del suo dio a pregare, ogni volta che si trovava in difficoltà, o era indecisa, o arrabbiata o molto altro. Tuttavia, crescendo, si rese conto che non era quella la strada che voleva percorrere ... Le divinità, gli dei, avevano scelto per lei un cammino speciale, un qualcosa che potesse differenziarla dagli altri esseri viventi ed innalzarla, perchè lei era davvero un'
incarnazione divina. Non voleva. Quella era una strada già scritta, non faceva per lei. E continuò a pensare mentre i suoi genitori erano eternamente assenti per questioni di lavoro nelle altre Terre. Continuava a riflettere su ciò che sarebbe stato il suo destino, voleva qualcosa di diverso. Proprio per questo motivo iniziò ad allenare la mente fino a divenire una brillante stratega in grado di elaborare efficaci strategie nel giro di pochi minuti, di rimanere calma e razionalizzare la situazione, sempre e comunque. Inoltre vi era un seme di pura malvagità nel suo animo, per questo, quando provava delle emozioni troppo forti i suoi occhi divenivano di un rosso scarlatto, così intenso e freddo da gelare il sangue nelle vene.
Gli dei volevano per lei la via della Luce, non quella dell'Ombra. Fu questo ad imprimere nella sua mente una scelta sicura ed immediata. Fino all'età di quattordici anni studiò le leggi dell'Oscurità e degli Alchimisti del Buio, imparò ogni regola, cercò di memorizzare tutte le formule che riusciva a tenere a mente dell'Alchimia e lesse che chi sceglieva la via della perdizione non poteva più ritornare indietro e la sua anima l'avrebbe persa per sempre. Che importanza poteva avere per lei? Non aveva un'anima e non sapeva cosa ci potesse essere dopo la morte, in fin dei conti ... Si vive una volta sola.
Sarò un'Alchimista dell'Oscurità, tanto ormai che importanza può avere? Non possiedo un'anima, forse non so nemmeno cosa sia. Da oggi il mio destino sarà totalmente diverso, io non sono la cosa buona di questo gioco divino, sono io l'antagonista.
Questo fu il patto ... Con il destino.